Ucciso a 15 anni dallo stato

Andrea Varriale
5 min readMar 3, 2020

Chi ha rubato l’infanzia di Ugo Russo?

Salire su un motorino per andare a rubare un Rolex non è una cosa semplice, bisogna avere il coraggio di cavalcare la paura, bisogna essere pronti a rischiare per ottenere ciò che vuoi, devi prepararti lo “zecco” per proteggere il numero di targa, e devi sapere la tecnica per staccare l’orologio dal braccio del proprietario. In oltre bisogna essere intenditore di orologi, per capire se sono repliche o meno.

A Napoli a 15 anni si è già esperti, i ragazzini dei quartieri meno agiati crescono ascoltando le storie dei grandi che raccontano le loro avventure di vita, facendo innamorare i bambini che li ascoltano di un gesto orrendo, ma fatto con passione. Questa passione viene tramandata di generazione in generazione, il cosiddetto: “strappo di orologi.”

Quando compri una pistola finta, la impugni, senti l’adrenalina che sale perchè probabilmente ti ricorda qualche personaggio raccontato in qualche serie televisiva.

È facile giudicare dall’esterno e additare chi ruba come un criminale o chi uccide come un assassino.

“I genitori sono i colpevoli di tutto…”

Come è facile puntare il dito….

Provo a raccontare la vita di Ugo, anche se non lo conosco, ma so bene cosa significa crescere a Napoli.

In alto la foto di Ugo Russo 15 enne ucciso da un carabiniere

Di sicuro Ugo era un ragazzo ambizioso che non ascoltava facilmente i consigli dei genitori o degli amici, un ribelle che credeva di ascoltare solo sé stesso, e per lui tutto era possibile, quindi non ha avuto paura di provare a fare ciò che i grandi gli hanno insegnato tramite le serie televisive poco costruttive, le storie che raccontano ai più piccoli, i giornali, i social media.

Ugo sognava di essere qualcuno, di sicuro non sognava di essere la vittima di un sistema che non offre nessuna opportunità a chi vuole mostrare le proprie capacità. Ugo sognava di diventare un vincente, si sentiva eroe e non vittima, e per questo è salito sulla moto con l’intenzione di rubare un orologio, ma non per i soldi… bensì per la gloria, per aggiudicarsi lo status di “Bucchinaro” e non essere la pecora di un sistema che ti ruba i sogni, ti ruba l’infanzia.

Probabilmente, gli abuzatori, cioè chi comprava la refurtiva dal minorenne, lo trattavano da piccolo eroe e molto probabilmente lo faceva di nascosto dai genitori che, a loro volta, hanno avuto pochissime opportunità nella vita.

Se cresci nei quartieri di Napoli, non credi tanto alle favole, ovvero le storie che ti senti raccontare sin da bambino che trattano di reati commessi dagli amici più grandi. Queste persone mentre tritano l’antidoto anti tristezza per chiuderlo in una cartina, raccontano le uniche esperienze che hanno vissuto nella loro vita, cioè i reati commessi e le bravate fatte. Queste storie sono spesso amplificate con la creatività che abbonda nel popolo Napoletano. In questi ambienti più sei un Gangster è più la società si accorge che esisti, mentre se sei un bravo ragazzo che lavora per 100 euro a settimana come garzone del Bar, nessuno considera la tua esistenza. Sei semplicemente un bravo ragazzo.

Se Ugo, fosse nato e cresciuto in Silicon Valley, probabilmente gli sarebbero state raccontate le storie degli studenti dell`University of Harvard che hanno creato un’app multimilionaria. A 15 anni di sicuro non si sarebbe ritrovato su una moto con una pistola finta per dimostrare il suo coraggio.

Forse Ugo sarebbe diventato un grande CEO, magari avrebbe potuto creare un progetto ad impatto sociale per migliorare la vita di tutti i bambini che nascono in situazioni particolari.

Ma Ugo è stato ucciso dallo stato.

Chi è lo stato?

Il carabiniere?

No, anche chi lo ha ucciso è una vittima dello stato che gli paga lo stipendio. Lui si porterà sulla coscienza, per tutta la sua vita, l’anima rubata ad un ragazzino. Bisogna pregare anche per lui che vivrà il resto della sua vita con questo peso.

Lo stato siamo noi cittadini e ciò che succede nella nostra nazione è semplicemente il riflesso di ciò che siamo diventati.

Una nazione che uccide gli ambiziosi, e non riesce a dargli le opportunità per diventare realmente chi sono. Una nazione che non educa i propri soldati nel modo giusto, una nazione che non ha una strategia di crescita, una nazione in balia dei sistemi bancari obsoleti, di leggi non applicabili, di un sistema fiscale che ha falle da tutte le parti, e anime corrotte che rubano il futuro ai ragazzini.

Forse sei stato tu politico corrotto, ad uccidere Ugo, con una semplice firma che ruba il futuro delle prossime generazioni.

Andate a verificare come sono stati spesi i fondi per l’installazione delle camere di sicurezza sul territorio campano, andate ad indagare fino in fondo, e vi troverete un bluff creato ad hoc per rubare i fondi. Ecco, se andate ad analizzare come sono stati utilizzati i fondi stanziati per la sicurezza del territorio, vi troverete una parte dei colpevoli dell’omicidio di Ugo, insieme a tutti gli altri politici che in passato hanno rubato i fondi per altri progetti sociali e tutti i politici che non lavorano per il bene del territorio ma semplicemente per guadagnare il più possibile, rubando i nostri sogni.

Forse sei stato tu poliziotto corrotto ad aver rovinato la vita del tuo collega 23enne, per essere al corrente di tante vicende interne, mai denunciate, che si riflettono poi sulle generazioni future.

Forse sei stato tu semplice cittadino ad uccidere Ugo, per non denunciare ciò che avviene di sbagliato intorno a te.

Forse sono stato io imprenditore ad uccidere un ragazzino di 15 anni, per non avergli ancora creato le opportunità che merita.

Nessuno di noi, può permettersi di giudicare nessuno dei due soggetti di questa tragedia, né tantomeno i genitori.

Possiamo solo appoggiare la mano sulla nostra coscienza e analizzare gli errori, perché la colpa di tutto ciò che ci circonda è sempre anche un po’ nostra.

Dedica un minuto di preghiera per la nostra nazione che sta uccidendo il futuro, sta ammazzando i sogni dei nostri successori, non con la pistola ma con una bustarella piena di favori.

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Andrea Varriale

Give first mindset… all the rest is a strategy to connect spirituality technology and humanity on our beautiful planet earth.